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24
Apr

Nuovi Dazi Usa: Cosa Cambia per le Aziende Italiane?


Nuovi dazi USA su tutte le importazioni: cosa cambia per le imprese italiane

Dal 5 aprile 2025 sono entrati in vigore nuovi dazi doganali su tutte le importazioni negli Stati Uniti, con effetti immediati anche sulle aziende italiane. La misura, annunciata dal presidente Donald Trump con un Executive Order del 2 aprile, rientra in una strategia commerciale più ampia che mira a riequilibrare la bilancia commerciale statunitense. 

Per l’Unione Europea, incluso il nostro Paese, era stata annunciata un’aliquota extra del 20%. Tuttavia, appena una settimana dopo, è arrivata la retromarcia: dal 9 aprile 2025, gli Stati Uniti hanno sospeso per 90 giorni i dazi supplementari sull’UE per consentire l’avvio di negoziati tra le due sponde dell’Atlantico.

Ma cosa significa tutto questo in concreto per gli esportatori europei? E quali sono le implicazioni doganali e operative?


Che cosa sono i dazi doganali?

I dazi doganali sono imposte applicate sulle merci importate o esportate da un Paese. Hanno diverse finalità:

  • Proteggere l’industria nazionale da concorrenza estera ritenuta eccessiva o sleale;
  • Generare entrate fiscali per lo Stato;
  • Influenzare le relazioni commerciali internazionali, in chiave strategica o diplomatica.

I dazi possono essere di vario tipo: ad valorem (percentuale sul valore del bene), specifici (importo fisso per unità), o misti. Quelli imposti con il nuovo ordine esecutivo USA sono dazi ad valorem, aggiuntivi rispetto a quelli già in vigore.

    Cosa prevede il nuovo Executive Order USA

    Con l’ordine esecutivo del 2 aprile, l’amministrazione Trump ha introdotto:

    • Un dazio aggiuntivo del 10% su tutte le importazioni, da qualsiasi Paese, in vigore dal 5 aprile 2025;
    • Un dazio maggiorato, fino al 50%, per una lista di Paesi non allineati agli interessi USA (vedi Allegato I);
    • Un dazio maggiorato, fino al 50%, per una lista di Paesi non allineati agli interessi USA (vedi Allegato I);Un dazio extra del 20% su tutte le merci provenienti dall’Unione Europea, in aggiunta a eventuali imposte o tributi già esistenti, rendendo le spedizioni molto più costose. Attualmente resta sospeso fino a luglio 2025.

    Dazi al 20% congelati fino a Luglio

    La sospensione – annunciata da Trump lo scorso 9 aprile – mira a creare una finestra di 90 giorni per negoziati tra Stati Uniti e Unione Europea. In risposta, l’UE ha deciso di sospendere le proprie contromisure tariffarie per lo stesso periodo, mantenendo però la possibilità di reintrodurle se i colloqui non dovessero portare a risultati soddisfacenti. ​

    È importante notare che questa sospensione non riguarda i dazi già esistenti su acciaio, alluminio e automobili, che restano in vigore. ​

    In sintesi, per le imprese italiane ed europee, i dazi aggiuntivi del 20% sono sospesi fino all’inizio di luglio 2025, ma il dazio del 10% continua ad essere applicato. Le aziende dovrebbero monitorare attentamente l’evoluzione dei negoziati per prepararsi a eventuali cambiamenti nelle politiche tariffarie.

    Perchè Trump ha introdotto questa misura?

    L’introduzione dei dazi si inserisce in un disegno di politica commerciale “reciproca”, annunciata già durante la campagna elettorale. L’obiettivo è ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti, ovvero la differenza negativa tra importazioni ed esportazioni. Secondo l’amministrazione americana, molti Paesi beneficiano di accessi agevolati al mercato USA senza offrire condizioni paritarie in cambio.

    Questo approccio mira a:

    • Spingere i partner a negoziare nuovi accordi commerciali bilaterali;
    • Incentivare la produzione interna statunitense;
    • Ridurre la dipendenza da importazioni strategiche, in settori come energia, tecnologia e farmaceutica.

    Cosa resta in vigore

    Anche se i dazi del 20% sull’UE sono temporaneamente sospesi, rimane attivo il dazio aggiuntivo del 10% su tutte le importazioni, applicabile anche ai beni europei e italiani.

    Inoltre, i dazi già in vigore su:

    • Acciaio (25%)
    • Alluminio (25%)
    • Automobili (25%) e componenti (dal 3 maggio 2025) non sono interessati da questa sospensione.

    Chi è esente dai nuovi dazi?

    Nonostante l’approccio generalizzato, il provvedimento prevede alcune esenzioni:

    • Prodotti per scopi umanitari, materiale informativo e beni trasportati nei bagagli personali (50 USC 1702(b));
    • Prodotti già colpiti da dazi specifici su acciaio, alluminio e automobili;
    • Merci elencate nell’Allegato II, tra cui semiconduttori, rame, energia, prodotti farmaceutici, legname e minerali strategici;
    • Merci da Paesi che godono di aliquote preferenziali indicate nella Colonna 2 dell’Harmonized Tariff Schedule USA (HTSUS).

    Le conseguenze per le imprese italiane

    Per le aziende italiane che esportano negli Stati Uniti, i nuovi dazi comportano aumenti di costo significativi. Oltre a ridurre i margini di guadagno, il cambiamento impone una revisione della strategia doganale, della gestione logistica e della compliance normativa.

    È fondamentale:

    • Verificare l’esatto codice doganale HTSUS delle merci esportate;
    • Calcolare l’impatto dei nuovi dazi sul prezzo finale;
    • Rivedere contratti, listini e condizioni di vendita;
    • Aggiornare le dichiarazioni doganali per evitare sanzioni o ritardi.

    Come può aiutarti Elledi Spedizioni e Servizi Doganali

    In questo contesto in continua evoluzione, Elledi Spedizioni e Servizi Doganali ti supporta con: 

    • Analisi doganale personalizzata delle voci tariffarie HTSUS;
    • Supporto per l’adeguamento delle pratiche doganali e della documentazione export;
    • Consulenza su strategie logistiche per mitigare l’impatto dei nuovi dazi.

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