La logistica italiana cambia. Una norma che sembrava tecnica si sta rivelando una vera rivoluzione per il settore dei trasporti. Il Decreto-Legge n. 73/2025 ha riscritto le regole del gioco per milioni di operazioni di carico e scarico che ogni giorno movimentano l’economia italiana, introducendo il primo vero “diritto al tempo” per i trasportatori.
Nel mondo della logistica, il tempo non è solo denaro: è dignità professionale, sostenibilità economica e rispetto per chi ogni giorno percorre le strade italiane trasportando le merci che alimentano i nostri consumi. Da oggi, anche il tempo in attesa durante le operazioni di carico e scarico ha finalmente un valore riconosciuto dalla legge.
Per decenni, i vettori italiani hanno subito in silenzio una delle inefficienze più costose del sistema logistico: l’attesa infinita nei piazzali di carico. Ore perse tra cancelli chiusi, magazzinieri introvabili e “rientrate domani” che trasformavano una consegna programmata in un’odissea kafkiana.
Il Decreto-Legge n. 73/2025, modificando l’articolo 6-bis del D.Lgs. 286/2005, ha finalmente messo nero su bianco quello che il settore chiedeva da anni: il tempo di attesa ha un costo, e qualcuno deve pagarlo.
La franchigia dei 90 minuti: il nuovo standard dell’efficienza
Il legislatore ha stabilito una regola cristallina: 90 minuti di franchigia per ogni operazione di carico o scarico, calcolati dal momento dell’arrivo del vettore al luogo indicato. Superato questo limite, scatta automaticamente un indennizzo di 100 euro per ogni ora o frazione di ora di ritardo.
Non si tratta di una multa, ma di un riconoscimento economico concreto per un danno reale: il tempo sottratto al vettore, che si traduce in ritardi a cascata, ore di lavoro perse e costi operativi aggiuntivi.
Considerando che in Italia si effettuano oltre 50 milioni di operazioni di carico/scarico all’anno, anche solo una riduzione del 10% dei tempi di attesa potrebbe liberare milioni di ore produttive, con un impatto economico stimato in centinaia di milioni di euro.
Un sistema che introduce trasparenza e certezza nei rapporti contrattuali.
Il principio della solidarietà
Committente e caricatore sono obbligati in solido al pagamento dell’indennizzo. Questo significa che il vettore può rivolgersi a entrambi per ottenere il risarcimento, e sarà poi loro responsabilità regolare i conti internamente.
La norma prevede però una rivalsa verso il responsabile effettivo, permettendo a chi paga di recuperare le somme da chi ha materialmente causato il ritardo.
L’adeguamento ISTAT: un valore che cresce nel tempo
L’importo di 100 euro non è fisso, ma soggetto a rivalutazione annuale secondo l’indice ISTAT FOI (Famiglie di Operai e Impiegati). Questo meccanismo garantisce che il risarcimento mantenga nel tempo il suo valore reale, adeguandosi all’inflazione e ai costi crescenti del settore.
Un aspetto molto importante: la norma si applica anche in assenza di contratto scritto.
Ciò significa che tutti i vettori, indipendentemente dalla formalizzazione dell’accordo, hanno diritto a ricevere l’indennizzo in caso di attese eccessive.
Il conducente ha diritto a presenziare alle operazioni di carico per verificarne la regolarità e la corretta sistemazione della merce, in linea con le normative sulla sicurezza stradale.
Questo rafforza la posizione dell’autista, spesso il primo a dover gestire le conseguenze di inefficienze operative.
In qualità di freight forwarder, Elledi Spedizioni e Servizi Doganali si impegna da sempre a garantire efficienza, trasparenza e tutela in ogni fase della spedizione.
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L’introduzione del nuovo art. 4 rappresenta un passo avanti verso una logistica più equa e responsabile, che riconosce il valore del tempo per chi opera nel settore trasporti.
Elledi Spedizioni e Servizi Doganali è pronta ad affiancare i propri clienti nell’adeguamento alle nuove regole, offrendo non solo consulenza doganale ma anche servizi integrati di gestione magazzino e soluzioni e-commerce.
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